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Confessioni di una grafica esaurita

Confesso tutto!
La gente deve sapere…

“Che lavoro fai? La grafica web? Web Designer? WOW! Ma dai? Che bello! Interessante… e cosa fai di preciso!?”

Si, partono tutti così, e poi in sostanza non sanno di cosa si occupa veramente un grafico web.
Si, io faccio un lavoro figo, lo ammetto ma non sempre gratificante e spesso ancora sottovalutato e sminuito – parlo per mia personale e modesta esperienza.

Perchè questa “rubrica”?

Perchè “il mondo deve sapere” che quella del grafico “è una vita di merda” (come disse il titolare di una agenzia per cui ho fatto il colloquio, prossimo alla pensione).
Il lavoro del grafico o del “creativo” consiste in una lotta perenne tra affermarsi professionalmente (con le proprie competenze tecniche, capacità comunicative e creative) e dimostrare agli altri (persone e aziende) perchè ne hanno bisogno. Il che è abbastanza paradossale se ci pensate, e frustrante.

Se sei un pizzaiolo, non devi spiegare alle persone che devono venire da te perchè hanno fame.
Se sei un calzolaio, non devi spiegare alle persone che devono venire da te perchè hanno bisogno di proteggere i piedi.
Se sei un architetto, non devi spiegare alle persone che devono venire da te perchè hanno bisogno di una casa. Capite?!
Se sei un grafico, invece, devi spiegare alle persone che devono venire da te perchè sai come presentare esteticamente il loro prodotto, sai comunicare e vendere il loro servizio, hai gli strumenti tecnici e informatici per concretizzare le loro idee, sia esse concrete o astratte, e sopratutto hai una parte sviluppata del cervello che loro non hanno: la creatività, piccolo particolare, sottovalutata da tutti e in tutti gli ambiti; ma fondamentale per portare risultati e apprezzamenti concreti. Ma….!? Non lo ammetteranno mai, MAI.
No, perchè ci sarà sempre un nipote di tre anni che ha hackerato il sistema di candy crush saga, che in un click e cinque minuti ti fa tutto: logo, sito, campagne social e ti sistema anche per la pensione. A costo zero!
E tu grafico!? E noi grafici?!

La resilienza dei creativi

E noi, che abbiamo passato anni a studiare, a perdere diottrie dietro programmi di progettazione grafica, programmi video, lezione teoriche e pratiche di comunicazione visiva, a bloccarci con la schiena per le nottate prima degli esami, a fare le fotocopie nei tirocini perchè ultimi arrivati, a prendere 300 euro il mese usciti dall’università, a sentirci dire che siamo troppo qualificati, a sentirci dire che siamo troppo cari per due scarabocchi, a sentirci dire che siamo troppo creativi, a sentirci dire che ci nascondiamo dietro un telefonino, insomma, cosa dobbiamo fare?!
Comunque la rigiri, hanno tutti bisogno di noi, ma nessuno lo ammette. Alla fine “non siamo speciali”; “tutti sono in grado di fare il nostro lavoro”.
E pensare che negli anni ci siamo evoluti da pittori, a scultori, ad artisti, sarti, stilisti, performer, blogger, influencer, tiktoker; ma siamo sempre lì con i conti; la soddisfazione non ce la daranno mai.
Non ammetteranno mai che la creatività è alla base di ogni aspetto della nostra vita, dal lavoro, all’amore, all’amicizia, allo sport, al divertimento, all’arte, all’invenzioni. Per come comunemente è usata, sembra una qualità appannaggio di designer e pubblicitari.

“La creatività, come palesa il suffisso “-ività”, denota un’attitudine – in particolare, l’attitudine alla creazione. È una qualità complessa che si declina in molti colori diversi: dall’originalità del pensiero alla capacità di osservare i problemi da punti di vista inusuali, dalla capacità di inventare con fantasia all’organizzare in maniera nuova esperienze e conoscenze. “

Cit. di Una parola al giorno (blog)

Amen!

Quindi, onde evitare un esaurimento psicologico e farsi prendere un’altra volta da una crisi di identità, penso che la cosa migliore sia aprire le porte di noi grafici e creativi a tutti voi, persone ignare ma anche curiose, con la speranza che:
1) chi è come me si senta rincuorato nel apprendere di non essere solo in questa “lotta” e
2) creare un pò più consapevolezza sul concetto di “lavoro creativo”;
3) sfatare, quindi, i falsi miti e tutti quei clichè del cazzo che hanno rotto discretamente i maroni come “Tanto ci metti 5 minuti”

Detto e premesso ciò vi auguro buona lettura, godevi sti sfoghi professionali e ditemi la vostra, senza offendere e senza minacciare! Grazie 🙂

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